P. BENEDETTO D'ORAZIO
Redentorista
Redentorista
IL MISTERO DI ROMA
PREFAZIONE
AI PADRI VENERANDI
DEL CONCILIO VATICANO SECONDO
ASSERTORI ECUMENICI
DELLA CHIESA DI CRISTO
NELL'UNITA' ROMANA
Cristo non fu un cosmopolita né un apolide.
Quantunque fosse venuto su la terra per la salvezza di tutti i popoli, e quindi appartenesse a tutta l'umanità, pure volle avere una sua patria, volle avere un suo punto geografico, quale centro da cui irradiare luce e salute a tutte le genti. Fu un ebreo della Palestina, ove trascorse tutta la sua vita. Morì e risorse nella città capitale Gerusalemme, e di là fece il suo ritorno al cielo.
Ma per comunicare a tutti i popoli della terra e dei secoli la sua redenzione, Gesù fondò su la terra il regno di Dio, e lo chiamò Chiesa.
Egli è il Capo invisibile, ma intimamente presente a questa Chiesa; e tanto presente, che essa forma con Lui un unico corpo; Lui il Capo, la Chiesa le membra. È il Corpo Mistico di Cristo. È Cristo che realmente continua in questo suo Corpo a vivere su la terra per continuarvi fino alla consumazione dei secoli l'opera redentrice iniziata nella Palestina.
Ma come per il suo Corpo fisico durante la sua esistenza terrena volle avere una patria, un centro geografico d'irradiazione, così per il suo Corpo Mistico, col quale continua la sua permanenza in terra, volle avere anche un punto geografico, una patria, che fosse come il centro di direzione e di unità per tutti i redenti, fosse la capitale del regno di Dio sulla Terra.
E scelse Roma. Perciò la Chiesa di Cristo è Romana, e sarà sempre Romana fino alla consumazione dei secoli.
Le note essenziali della Chiesa di Cristo sono quattro: unità, santità, cattolicità, apostolicità; la Romanità è come un paludamento esteriore che immediatamente rende visibile e distinguibile la vera Chiesa di Cristo dalle false chiese.
Orbene come il popolo ebreo nelle sue vicende storiche fu orientato e diretto da Dio a preparare una patria terrena, un centro geografico d'irradiazione al futuro Messia, così le vicende storiche del popolo romano furono orientate e dirette dalla Divina Provvidenza a preparare Roma ad essere la idonea capitale del regno di Dio su la terra il centro di unità e di direzione del popolo cristiano, come Gerusalemme fu costituita capitale e centro di unità del popolo ebreo.
In quest'ora della storia quanti sono fuori dell'unico ovile di Cristo, superando ostili posizioni, hanno rivolto uno sguardo nostalgico verso Roma, che da venti secoli si presenta come unico centro di unità e salvezza in mezzo al crollo di innumeri sistemi religiosi, morali, filosofici, politici e sociali.
Quando Pio IX per il Concilio Vaticano I rivolse a tutti i cristiani separati un cortese invito, questo fu accolto o col disprezzo o col silenzio. Invece ora a l'invito di Giovanni XXIII per il Concilio Vaticano II, quasi tutti hanno risposto con cortese deferenza, e molte chiese separate hanno inviato a Roma i loro accreditati osservatori.
In questi ultimi tempi dunque il clima nel campo degli acattolici è assai cambiato, da ostile è diventato attento ed incline verso Roma, che fa sentire potentemente le sue attrattive.
Queste pagine sono state scritte appunto per illustrare la preminente posizione di Roma per condurre il mondo all'unità, e portare un contributo a fugare le nebbie che ancora vagano nel cielo di infinite anime anelanti all'unità con gli uomini e con Dio.
Roma nome di mistero, disse il Cardinal Pacelli in un discorso su la romanità pronunziato in Campidoglio, quasi alla vigilia di diventare Pio XII. È da lui che ho mutuato il titolo posto sul frontespizio di questo libro: IL MISTERO DI ROMA.
Quantunque fosse venuto su la terra per la salvezza di tutti i popoli, e quindi appartenesse a tutta l'umanità, pure volle avere una sua patria, volle avere un suo punto geografico, quale centro da cui irradiare luce e salute a tutte le genti. Fu un ebreo della Palestina, ove trascorse tutta la sua vita. Morì e risorse nella città capitale Gerusalemme, e di là fece il suo ritorno al cielo.
Ma per comunicare a tutti i popoli della terra e dei secoli la sua redenzione, Gesù fondò su la terra il regno di Dio, e lo chiamò Chiesa.
Egli è il Capo invisibile, ma intimamente presente a questa Chiesa; e tanto presente, che essa forma con Lui un unico corpo; Lui il Capo, la Chiesa le membra. È il Corpo Mistico di Cristo. È Cristo che realmente continua in questo suo Corpo a vivere su la terra per continuarvi fino alla consumazione dei secoli l'opera redentrice iniziata nella Palestina.
Ma come per il suo Corpo fisico durante la sua esistenza terrena volle avere una patria, un centro geografico d'irradiazione, così per il suo Corpo Mistico, col quale continua la sua permanenza in terra, volle avere anche un punto geografico, una patria, che fosse come il centro di direzione e di unità per tutti i redenti, fosse la capitale del regno di Dio sulla Terra.
E scelse Roma. Perciò la Chiesa di Cristo è Romana, e sarà sempre Romana fino alla consumazione dei secoli.
Le note essenziali della Chiesa di Cristo sono quattro: unità, santità, cattolicità, apostolicità; la Romanità è come un paludamento esteriore che immediatamente rende visibile e distinguibile la vera Chiesa di Cristo dalle false chiese.
Orbene come il popolo ebreo nelle sue vicende storiche fu orientato e diretto da Dio a preparare una patria terrena, un centro geografico d'irradiazione al futuro Messia, così le vicende storiche del popolo romano furono orientate e dirette dalla Divina Provvidenza a preparare Roma ad essere la idonea capitale del regno di Dio su la terra il centro di unità e di direzione del popolo cristiano, come Gerusalemme fu costituita capitale e centro di unità del popolo ebreo.
In quest'ora della storia quanti sono fuori dell'unico ovile di Cristo, superando ostili posizioni, hanno rivolto uno sguardo nostalgico verso Roma, che da venti secoli si presenta come unico centro di unità e salvezza in mezzo al crollo di innumeri sistemi religiosi, morali, filosofici, politici e sociali.
Quando Pio IX per il Concilio Vaticano I rivolse a tutti i cristiani separati un cortese invito, questo fu accolto o col disprezzo o col silenzio. Invece ora a l'invito di Giovanni XXIII per il Concilio Vaticano II, quasi tutti hanno risposto con cortese deferenza, e molte chiese separate hanno inviato a Roma i loro accreditati osservatori.
In questi ultimi tempi dunque il clima nel campo degli acattolici è assai cambiato, da ostile è diventato attento ed incline verso Roma, che fa sentire potentemente le sue attrattive.
Queste pagine sono state scritte appunto per illustrare la preminente posizione di Roma per condurre il mondo all'unità, e portare un contributo a fugare le nebbie che ancora vagano nel cielo di infinite anime anelanti all'unità con gli uomini e con Dio.
Roma nome di mistero, disse il Cardinal Pacelli in un discorso su la romanità pronunziato in Campidoglio, quasi alla vigilia di diventare Pio XII. È da lui che ho mutuato il titolo posto sul frontespizio di questo libro: IL MISTERO DI ROMA.
a cura del "Movimento Mariano Betania"