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L'AMORE DI COPPIA

II
SITUAZIONI DI CONFINE CON IL MATRIMONIO CATTOLICO

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Papa Francesco, nel giugno del 2016, all'apertura del Congresso annuale della Diocesi di Roma, ha ammonito a proposito dei cosiddetti matrimoni riparatori. Spesso ci si sposa — ha detto — per «fatto sociale», pensando alle bomboniere, al pranzo, al «vestito della sposa». Per non dire dei matrimoni con la sposa incinta: «A Buenos Aires io ho proibito di fare matrimoni religiosi nei casi che noi chiamiamo matrimonios de apuro, cioè "di fretta", quando è in arrivo il bambino. Ho proibito di farli perché non sono liberi. Forse si amano. E ho visto dei casi belli, in cui poi, dopo due-tre anni, si sono sposati, e li ho visti entrare in chiesa papà, mamma e bambino per mano. Ma sapevano bene quello che facevano».
D'altronde il matrimonio cristiano in quanto sacramento esige un rispetto, una maturità ed una consapevolezza che non è bene scavalcare in presenza di una gravidanza: quindi meglio convivere, ed il Papa ha ammesso: «ho visto tanta fedeltà in queste convivenze e sono sicuro che questo è un matrimonio vero, hanno la grazia del matrimonio, proprio per la fedeltà che hanno». Non è difficile riconoscere come oggetto proprio di questi elogi del Papa l'unione sponsale naturale.
La Santa Sede nel motu proprio matrimonio mixta di Paolo VI, afferma che contrarre matrimonio e generare la prole è un diritto naturale dell'uomo12.
Papa Francesco ammette senza mezzi termini che nelle convivenze sane, potremmo dire nell'unione sponsale naturale, anche se non formalizzata giuridicamente, esiste una grazia di stato specifica per le coppie che dimostrino amore e fedeltà, in un progetto di indissolubilità e di apertura alla vita; si tratta di una vera grazia matrimoniale. Ciò è del tutto ragionevole, se non addirittura necessario: se l'unione sponsale naturale è nel progetto di Dio rispetta anche la legge di Dio, ed Egli concederà senz'altro tutte le grazie necessarie e sovrabbondanti perché tali unioni possano sussistere. A maggior ragione è assurdo pensare che tali unioni, sebbene estranee al matrimonio sacramentale cristiano, vivano in una condizione permanente di peccato, in quanto unioni. Semmai il problema è il rapporto con la Chiesa e la conversione al cattolicesimo, ma non è di questo che vogliamo parlare.
Pensiamo a delle coppie di battezzati non praticanti, persone con qualche anno sulle spalle, diciamo sui 35-40 anni. Il periodo di fertilità volge ormai verso il termine. D'altro canto se le persone non sono credenti e praticanti la celebrazione di un matrimonio sacramentale sarebbe un gesto molto grave. Tali coppie, al pari delle unioni di altre culture o confessioni, hanno un diritto naturale a convivere e procreare, e tale unione non può essere peccaminosa a priori, dipende dal modo di vivere la convivenza.

Non è peregrino osservare che dal punto di vista soprannaturale non c'è molta differenza tra un matrimonio civile ed una convivenza. Pensiamo per un attimo alla varietà di leggi che regolano l'aspetto civile del matrimonio, non solo in Italia, ma nel mondo intero. È una giungla inestricabile di idee spesso molto diverse tra loro, di regole più o meno rigide, di riforme spesso confuse e contraddittorie. La stessa convivenza a volte è normata all'interno della fattispecie delle unioni di fatto. Difficile dire quanto ci sia di divino negli istituti civili del matrimonio, anche quando celebrati assieme al matrimonio religioso13. Ad esempio la legge civile italiana, con il divorzio, non prevede più l'indissolubilità dell'unione. Eppure non facciamo fatica ad immaginare queste unioni come matrimoni, piuttosto che come unioni naturali. Se compiamo un sforzo sincero di astrazione non sarà difficile equiparare per la legge divina sia le convivenze che i matrimoni civili con le unioni sponsali naturali, anzi, ci può essere più fedeltà un una convivenza che in un matrimonio civile fatto proprio perché non si crede nell'indissolubilità.

Di questo sembra parlare un messaggio14 di Gesù al Movimento Mariano Betania:«Quale sposalizio può essere più valido di questo: un cuore che si sposa con un altro cuore senza mai tradirlo con un solo pensiero; questo è il vero e santo comportamento che è degno di ogni bene del Creatore e della creatura. Queste sono leggi e comandamenti che sono stati dati, il resto è una formalità che può essere utile all'umano, ma non al Divino. Le leggi divine sono la pratica dell'amore, non le firme sulla carta»15.
E' il vincolo matrimoniale naturale.
Creando l’uomo e la donna, Dio ha istituito la famiglia umana e l’ha dotata della sua costituzione fondamentale. I suoi membri sono persone uguali in dignità. Per il bene comune dei suoi membri e della società, la famiglia comporta una diversità di responsabilità, di diritti e di doveri (CCC 2203).

Ora è più che ovvio che le coppie di non cattolici non si sposino sacramentalmente, così come non ricevano e non abbiano alcun desiderio di ricevere la Santa Eucaristia, ma abbiamo anche visto come ragionevolmente la loro unione non sia affatto peccaminosa. Allo stesso modo anche le coppie di battezzati non credenti possono convivere senza che la loro unione sia necessariamente da considerarsi un peccato.

La faccenda si complica quando si forma una coppia tra un battezzato cattolico e un non cattolico, oppure tra due battezzati di cui uno praticante e l'altro ormai lontano dalla fede.
La Chiesa cattolica ammette dei matrimoni sacramentali misti con la dispensa dell'Ordinario. Inutile però dire che per sposarsi in Chiesa occorre la volontà positiva dei due; se la parte cattolica anche avesse il desiderio di sposarsi sacramentalmente, non potrà farlo se il partner non vuole, e nessuno riterrebbe giusto rinunciare al legame affettivo per questa differenza di fede o di opinione. I due si sposeranno civilmente oppure semplicemente andranno a convivere. Ciò non può costituire peccato per la parte cattolica. E' più che ovvio che in questo caso non si può pretendere che la parte cattolica non frequenti più i sacramenti e soprattutto non si accosti più all'Eucaristia, in quanto la propria unione non sacramentale avviene del tutto incolpevolmente così come l'unione sacramentale non avviene del tutto incolpevolmente.

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Giorgio Corvasce
(c) copyright 2017 Movimento Mariano Betania
www.movimentomarianobetania.org
Edizione 1.1


Palestrina, li 6 marzo 2017
Ultimo aggiornamento 11 marzo 2017


Per contattare l'autore:
email: giorgio.corvasce@libero.it
cellulare: 320 0674218


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NOTE:


12Paolo VI, Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, Matrimonio Mixta, 31 marzo 1970, Norme sui matrimoni misti: "Ma poiché è un diritto naturale dell'uomo contrarre matrimonio e generare la prole, la Chiesa con le sue leggi, che dimostrano chiaramente la sua sollecitudine pastorale, provvede a regolare le cose in modo che da una parte sia garantito l'assoluto rispetto dei precetti di diritto divino, dall'altra sia tutelato il predetto diritto a contrarre matrimonio".
13In alcuni casi c'è da chiedersi se sia un bene che i due istituti, quello civile e quello religioso, siano ancora legati fra loro.
14Messaggio con approvazione ecclesiastica della Diocesi Suburbicaria di Palestrina, Volume V della collana "Gesù e Maria agli uomini d'oggi", n.47, Nulla Osta Mons. Giuseppe Di Lolli, Imprimatur S.E. Mons. Vittorio Tomassetti.
15Messaggio di Gesù al Movimento Mariano Betania, 26 luglio 1974.

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(dai Volumi "Gesù e Maria agli uomini d'oggi - pag.7)

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