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BREVE STORIA DEL
MOVIMENTO MARIANO BETANIA
Cap. III
1960-1969 La Casa chiesta dalla Madonna

Le Dame della Carità
Nel corso degli anni '50 alcune signore benestanti di Roma appartenenti alle Dame della Carità di S. Vincenzo, che frequentavano la Borgata Gordiani per via della loro missione umanitaria, ebbero occasione di conoscere Gianna ed il fenomeno straordinario. Iniziarono così ad invitarla nelle loro case per pregare con lei. Non mancarono i messaggi celesti e si formò un gruppo che itinerava nelle abitazioni delle partecipanti poiché l'opera non aveva ancora una sede fissa a sua disposizione.

La Madonna chiede una casa per iniziare
Negli anni '60 i messaggi divennero più frequenti e la Madonna, conoscendo le cospicue disponibilità finanziarie di coloro a cui aveva condotto Gianna, iniziò a chiedere con insistenza un casa. La Madonna si rivolgeva in particolare ad una di esse, una marchesa: «Ecco la mia guida: figlie, voglio che quest'opera si distenda fino al mondo intero. Figlie, qui possono venire poche persone; la mia opera non può essere così ristretta, come il mio amore non si ferma ad un solo cuore. Verranno per voi giorni di grande gioia quando, per il vostro lavoro, vedrete fiorire l'opera da voi incominciata. Una casa più grande, una casa aperta a tutte le ore, notte e giorno. Una casa dove si può liberamente parlare, pregare. Verranno a dissetarsi. Quante creature a voi ancora sconosciute! Sono lontane! Figlie, quanti cuori sono vuoti, non conoscono il vero amore. Io voglio questa casa e sarò io stessa a condurle in mezzo a voi. Una casa senza lussi, ma piena d'amore. (Rivolta ad una presente) Figlia, vorrei che... figlia, il tuo impegno. Impegni ne hai molti, ma questo è uno dei più grandi. Una deve cominciare.» (Maria SS.ma 6 dicembre 1966, Vol. I, n.50, in casa Todaro)
    La richiesta celeste rimase disattesa per alcuni anni nei quali tra l'altro non mancarono difficoltà nei rapporti con il Vicariato di Roma che, sebbene mai prese provvedimenti contro Gianna, in alcuni casi proibì ad alcuni religiosi di partecipare agli incontri nel timore che la loro presenza potesse dare conferma al fenomeno.
   
L'importanza che per il Cielo aveva una prima sede dell'Opera venne manifestata da altri messaggi che parlavano ancora della casa: «Figli miei, la fede! La fede non sempre può rimanere chiusa nei cuori. Bisogna, è necessario manifestarla anche all'esterno. Credere, credere, sempre credere. Soltanto credere? Non basta, bisogna operare. Si deve operare per mostrare di credere. Ecco perché ho chiesto una casa, presto. La Chiesa si attiene molto all'operato esterno. E' visibile l'esterno. [...] Mi serve per incominciare; tutto il resto verrà dopo. Bisogna dare la possibilità di mostrare la vostra fede concreta. Fai come vuoi, ma fai presto.» (Maria SS.ma, 27 gennaio 1969, Vol.II, n.6).

    Fu così che nel 1969 la marchesa M.L.T. si convinse ad aiutare l'Opera, acquistò un appartamento a Piazza Bologna, 22, a Roma, e lo mise a disposizione per Betania. Il 1 luglio 1969, in uno degli ultimi incontri in casa di una famiglia del gruppo (fam. Piccolella), dopo che la marchesa venne festeggiata dai presenti, non mancò la parola di ringraziamento celeste: «Un così piccolo ringraziamento ti ha portato tanto sollievo. Figlia (si rivolge alla marchesa proprietaria della nuova casa), ora sono io a darti il mio ringraziamento per il tuo gesto di amore, di carità. [...] Io mi consolerò in quella casa, prima per te e poi per tutto il bene che si farà per te stessa e per tutto il mio gruppo. [...] Nella mia casa non sarò più sola; voglio la vostra compagnia. [...] Voglio che il mio caro figlio Padre D'Orazio si goda di vedere, di benedire la casa» (Maria SS.ma, Vol. II, n. 32).
    Il 23 luglio 1969, nell'ultimo incontro in casa Piccolella prima dello spostamento a Piazza Bologna, non mancò una parola di apprezzamento della Madonna per la temporanea ospitalità del gruppo: "Siamo riconoscenti alla bontà dei padroni di questa casa che ben volentieri ci hanno dato la possibilità di questi nostri incontri di amore, di preghiera, di consolazioni. Grazie per quanto avete fatto per me e per loro tutti. Ora è mio dovere ricevervi nella mia casa" (Maria SS.ma, Vol.II, n.34).

1969 - La sede di Piazza Bologna
Dunque la casa tanto richiesta dalla Madonna era arrivata: l'appartamento di Piazza Bologna, 22. [1] Un appartamento grande con molte camere, in cui si potevano tenere gli incontri ed in cui potesse anche vivere Gianna. Era l'inizio che chiedeva la Madonna, una prima casa, i cui sviluppi futuri sono ancora in corso e tutti nelle mani della provvidenza. Non mancarono certo le difficoltà e le incomprensioni con la marchesa proprietaria  la quale spesso prevaricava Gianna per dare sue direttive. Un giorno Gianna in preghiera si lamentava perché nella casa di Piazza Bologna non si sentiva libera di fare l'accoglienza e la carità come avrebbe desiderato il suo cuore. Tramite una locuzione S.Pio X (uno dei santi protettori del Movimento) le disse: «Vedi, ti ricordi, quando stavi in quella casetta piccola, quanto stavi bene, perché stavi a casa tua. Vedi, adesso che stai in una casa così grande, sei stata messa ad un angolo, non sei più la padrona. Vedi, così è per Gesù. Quando va in quei cuori grandi, lo mettono in un angolo; per questo ha scelto un cuore piccolo, ma che lo lascia libero».

Comunque quella casa, per la presenza costante di Gianna, divenne il centro di gravità dell'opera. Cresceva il numero dei partecipanti al gruppo, si diffondeva la conoscenza delle rivelazioni private di Betania così che Gianna, strumento profetico, iniziò i suoi viaggi apostolici in varie parti d'Italia, invitata dai fedeli che l'avevano conosciuta.



note:
[1] Contro le illazioni di alcuni che sostengono che la casa chiesta dalla Madonna nei messaggi sia quella di Zagarolo, cosa evidentemente errata. La Madonna chiedeva la casa di Piazza Bologna per iniziare. Da quell'inizio poi si sarebbe arrivati a realizzare la nuova casa di Zagarolo, in Via Prenestina Nuova, 58. In futuro forse potrà esserci un'altra casa ancora più grande.

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"E' nello spirito del Movimento rifuggire da ogni deviazione, errore, arbitrarietà, che si distacca dagli insegnamenti del Magistero della Chiesa Cattolica.  Il Movimento Mariano Betania vuole essere e rimanere eminentemente ecclesiale."
(dai Volumi "Gesù e Maria agli uomini d'oggi - pag.7)

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