MOVIMENTO MARIANO BETANIA
  • Home
  • SPIRITUALITA'
    • Parola di Dio
    • Figli miei
    • Disponibilità
    • Betania e Roma
    • L'Ora di Maria - Sintesi
    • Santo Comportamento
    • Preghiere
    • Apostoli di Maria
  • STORIA
    • IL MOVIMENTO MARIANO BETANIA
    • OMELIA ESEQUIE DI GIANNA
    • COME AVVENIVANO I MESSAGGI
    • MESSAGGI SUL MOVIMENTO >
      • Volume IV - Messaggio 33
      • Volume X - Messaggio 27
      • Volume XIII - Messaggio 80
  • IL MISTERO DI ROMA
    • Prefazione
    • Cap.I - Babele Religiosa
    • Cap.II - Appello all'unità
    • Cap.III - Opposizioni all'unità
    • Cap.IV - Costituzione dell'unità
    • Cap.V - Pietro eletto a capo dell'unità
    • Cap.VI - I continuatori dell'unità
    • Cap.VII - Gli elementi dell'unità
    • Cap.VIII - Roma eletta a centro dell'unità
    • Cap.IX - Roma centro eterno dell'unità
    • Cap.X - Vocazione di Roma a creare l'unità
    • Cap.XI - Le doti di Roma a formare l'unità
    • Cap.XII - L'unità del mondo nella Pax romana
    • Cap.XIII - Roma nell'Antico Testamento
    • Cap.XIV - Roma nel Nuovo Testamento
    • Cap.XV - Cristo alla conquista di Roma
    • Cap.XVI - L'unità romana nel cristianesimo primitivo
    • Cap.XVII - L'unità romana nel Medioevo
    • Cap.XVIII - L'unità romana nei tempi moderni
    • Cap.XIX - Roma ed il Papa
    • Cap.XX - La Romanità
    • Cap.XXI - Dalla breccia di Porta Pia ai Patti Lateranensi
    • Cap.XXII - Roma nel futuro
    • Cap.XXIII - I Papi italiani
    • Cap.XXIV - Il papato prodigio della storia
    • Cap.XXV - Le fratture dell'unità
    • Cap.XXVI - I dissidenti alla ricerca dell'unità
    • Cap.XXVII - L'urbe venera e vivi nella sua luce
  • ARTICOLI
    • Per una teologia delle Rivelazioni Private
    • LIBERTA' DEI LAICI DI ASSOCIARSI NELLA CHIESA
  • SOSTIENICI
  • CONTATTI

IL MISTERO DI ROMA
CAPO XVIII

L'UNITA' ROMANA NEI TEMPI MODERNI

1. - Questa universale convergenza delle anime cristiane verso Roma non si affievolì con la fine del Medio Evo, ma continuò nell'epoca successiva del rinascimento, e continua nei tempi moderni. Anzi l'attrazione, che Roma esercita nel mondo si è talmente approfondita ed estesa, che anche gli estranei alla fede di Cristo ne subiscono l'influsso e s'illuminano della sua luce.
    I grandi geni e i pensatori videro in Roma una dignità ed una grandezza uniche nella storia; sentirono in essa la patria comune delle anime, il punto d'incontro per la comprensione e la pace dei popoli. Riporto qui qualche testimonianza, tra le innumeri che si potrebbero addurre. Sono voci provenienti da differenti punti del mondo.


2. - Dalla Francia è la voce di Michele Montaigne che dopo un viaggio a Roma nel 1581 scriveva: «Roma è la sola città comune ed universale. È la metropoli di tutte le nazioni cristiane. In essa lo spagnolo ed il francese si sentono ciascuno in casa propria».

    Bossuet nel suo famoso discorso su la Storia Universale dietro le orme di S. Agostino mette in luminoso rilievo la missione delle due Rome destinate ad unificare e dirigere il mondo. «Un disegno provvidenziale di Dio ha presieduto alla nascita ed allo sviluppo di questa santa città; ed io ho la ferma convinzione che anche le pietre delle sue mura sono degne di rispetto, ed il suolo dove essa è assisa, è degno di venerazione, oltre quanto gli uomini possano dire e credere».
    
    Chateaubriand nel Genio del Cristianesimo scrive: «Roma cristiana è per il mondo moderno ciò che la Roma pagana fu per il mondo antico, il vincolo universale. Questa capitale delle nazioni risponde a tutte le condizioni del suo destino, e sembra plasmata di eternità».

    Luigi Veuillot, un convertito alla luce di Roma, scrive: «o Roma, nome di mistero! Roma la trionfatrice, la dominatrice delle nazioni! È Roma che ha preso tra le sue braccia il genere umano come un fanciullo malato, e gli ha fatto respirare l'aria salubre delle altezze. Dio sia benedetto! Io sono uno di quei feriti a morte, che Roma ha preso tra le sue braccia luminose, e lo ha trasportato su altitudini celestiali. La sua mano materna mi ha immerso in un bagno divino. Da essa ho ricevuto la vita, ad essa io rendo l'amore... O Roma, terra della luce, dei miracoli, della misericordia!»[1].

    Ed un altro grande convertito Carlo de Foucauld scrive: «Come si sente fortemente la nullità d'ogni potenza umana di ogni umana grandezza in questa Roma! Non ci si accosta mai inutilmente al centro della Chiesa in questa Roma così piena di ricordi, santificata da tanti martiri, visitata, percorsa da quasi tutti i santi, (infatti son pochi quelli che non siano venuti a Roma) in questa città che accanto ai sacri ricordi, che ce la mostrano così santa umile e bella, racchiude tanti ricordi di gloria terrena, ricordi finiti nella polvere» [2].

3. - Dalla Spagna è la voce del Cervantes, l'autore del Don Chisciotte, che in una sua poesia rivolgendosi a Roma dice:
«O grande, o poderosa, o tutta santa,
urbe alma di Roma, a te m'inchino
devoto umile e nuovo pellegrino
meravigliato di bellezza tanta».

    Grande fu l'influenza che esercitò Roma sul protestante Goethe, il genio della letteratura germanica: «Sono finalmente nella capitale del mondo», scriveva nel suo diario il 1° Novembre 1786. «A Roma lo spirito riceve un'impronta vigorosa, arriva alla gravità, alla calma, alla gioia. In quanto a me vedo che non ho mai giudicato con tanto equilibrio le cose di questo mondo. "Roma è secondo me la grande scuola per il mondo intero, ed io stesso ne sono illuminato". Queste parole di Winckelmann rispondono esattamente al mio sistema di osservazione. Ci si sente per così dire nascere una seconda volta, e si considerano le proprie idee di prima come le spoglie dell'infanzia»[3].

    Dalla Russia è Vladimir Soloviev che indica Roma quale città universale, punto centrale per l'unità del mondo.

    È il grande artista Gogol, che tornato a Roma dopo una lunga assenza, scrive: «Mi pareva di rivedere la mia patria, da cui fossi stato assente da vari anni, e in cui avessero vissuto nel frattempo i miei pensieri. Mi sono di nuovo svegliato in patria... L'anima mia è chiara».

    È una convertita russa, la Signora Swetchine, che in una lettera del 2-XII-1923 scrive: «Roma è la regina delle città, un mondo a sé. Qui le idee si ingrandiscono, i sentimenti si fanno più religiosi, il cuore si rasserena».


4. - L'inglese John Henry Newman prima della sua conversione, ancora ministro anglicano e ostile al cattolicesimo, in una lettera da Roma, che vedeva per la prima volta, scrive: «Ed ora che posso dire di Roma? Altro che è la prima tra tutte le città, e che tutto il resto, che io abbia mai visto, non è che polvere, il caro Oxford compreso, in confronto alla sua maestà e alla sua gloria».

    E l'altro inglese il poeta P .B. Shelley morto nel 1822, chiama Roma, da lui amata e cantata con sublime lirismo, l'Eterna Capitale del mondo. Ed il suo intimo amico, l'altro grande poeta inglese Byron nel Childe Harolds Pilgrimige esclama: «O Roma, patria mia, città dell'anima, l'orfano del cuore trova rifugio in te» (canto 4,78).

    E il Cardinale polacco Arcivescovo di Varsavia Wyszyński (1901-1981), che in un suo discorso del 10 Dicembre 1963 in S. Maria in Trastevere, disse: «Da questa Roma promanano tante ispirazioni in difesa della dignità dell'uomo e dei suoi diritti. Roma = Amor è pietra angolare della Chiesa, è per il mondo universo fonte di sante ispirazioni e di auguri per un migliore avvenire, fondamento solido per una collaborazione pacifica tra i popoli, nello spirito di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustezza di carità e di pace».

    Il poeta americano Longfellow in un' ode a Roma canta: «Questo è il centro dove tutto gravita. Qui solo si trova riposo. Ci possono essere altre città che per un tempo ci piacciono, ma Roma solo completamente ci appaga. Essa diventa per tutti una seconda patria, non di nascita occasionale, ma di predilezione». Riporto in nota il testo inglese perché la traduzione italiana non rende l'efficacia dell'originale [4].

    Giuseppe Mazzini chiama Roma tempio del mondo. E scrive: «Roma per disegno di Provvidenza, indovinato dai popoli, è Città Eterna, come quella alla quale fu affidata la missione di diffondere nel mondo la parola Unità» [5]. È vero che Mazzini sognava il vano sogno d'una sua terza Roma del popolo, ma intanto confessava che solo Roma poteva essere il centro unitario del mondo.

    Sono significative per la fonte donde procedono le parole pronunziate dal Direttore Generale dell'Unesco John Taylor in un discorso tenuto in Roma il 28 maggio 1953: «Proprio in questa Roma ventisette volte centenaria io tengo a rendere omaggio ai valori eterni, che essa rappresenta: il genio politico ed amministrativo, la definizione del diritto, la logica del pensiero, l'eloquenza del dire, l'arte del costruire, il culto della persona umana, l'amore della vita. Roma dà al mondo al di sopra delle vicende della storia, un equilibrio mirabile, continuamente ristabilito tra pensiero ed azione».


5. - A questa rassegna mondiale di testimonianze aggiungo le parole tratte da un enciclica di Pio XI, che fanno perfetta eco a quelle che pronunziò quindici secoli innanzi il suo grande predecessore Leone Magno, e che abbiamo riportato altrove. «La mano di Dio che regge il corso della storia poneva e fissava la sede del suo Vicario in questa Roma, che da capitale del suo meraviglioso, ma pur ristretto impero, veniva fatta da Lui la capitale del mondo intero, perché sede d'una sovranità, che sorpassando ogni confine di Nazioni e di stati, tutti gli uomini e tutti i popoli abbraccia» [6].


6. - Ma la testimonianza più viva e più estesa del fascino di Roma su le anime la possiamo vedere nell'afflusso di pellegrini illustri e anonimi che lungo i secoli cristiani ed in numero ingente da tutti i punti dell'orizzonte converge a Roma. Le vie consolari risuonano di continuo dei passi e dei canti dei pellegrini anelanti a contemplare quella Roma, che sentono come la patria delle loro anime, perché la città sacra di Dio e del suo Vicario in terra.
    Da una famosa iscrizione greca scolpita su d'un cippo marmoreo conservato nel museo lateranense, conosciamo un pellegrino singolare, Abercio di nome, che al tempo di Marco Aurelio (161-180), per comando del Santo Pastore, come egli dice nell'iscrizione stessa, pellegrinò da Gerapoli di Frigia a Roma, ove contemplò la reggia e vide la regina in aura veste ed aurei calzari, e vide un popolo che portava un fulgido sigillo. Qui egli parla certamente della Roma cristiana, ma con parole simboliche; come con simboli poi parla della Madre di Cristo e dell'Eucarestia. Vigeva allora tra i cristiani la così detta disciplina dell'arcano, per non porgere le margarite divine ai porci; ossia, per non esporre al ludibrio degli non iniziati i sublimi misteri della religione.
    Intanto, da questo straordinario pellegrino apprendiamo che già la Roma cristiana d'allora, quantunque si celasse nelle ombre delle chiese domestiche e delle catacombe e subisse sanguinose persecuzioni, pure già mostrava nel suo volto i segni divini della nuova regalità, che doveva trasformarla a capitale del più vasto impero di Cristo.


7. - Fin d'allora dietro le orme di questo primitivo pellegrino, Roma cominciò ad attrarre le anime cristiane, che bramavano venerare in essa la città santa, la Gerusalemme del Nuovo Testamento.


8. - Questo afflusso di pellegrini fu soprattutto imponente nei secoli del Medio Evo. Cristiani d'ogni condizione e sesso, ad ondate s'incamminavano verso l'Eterna Città. Per questo universale convergere verso Roma si creò il motto: Tutte le vie conducono a Roma. E tutti i pellegrini furono chiamati romei, anche se la meta del pellegrinaggio non era Roma. E questi pellegrini d'ogni stirpe e lingua, al primo apparire da lungi le mura della Città Eterna, cantavano nell'idioma di Roma l'inno:

«O Roma nobilis - orbis et domina,
Cunctarum urbium - excellentissima,
Roseo Martirum - sanguine rubea,
Albis et Virginum - liliis candida,
Salutem dicimus - tibi per omnia,
Te benedicimus - salve per saecula» [7].

    Ma l'afflusso dei pellegrini non diminuì dopo il Medio Evo, anzi nei secoli successivi, crescendo le agevolezze del viaggiare, crebbe anche l'onda dei romei, specialmente nell'occasione degli Anni Santi, come abbiamo potuto costatare nella nostra stessa epoca. Perciò Pio XII, il 12 Dicembre 1949 annunziando il giubileo dell'anno 1950, poteva dire: «La Santa Chiesa di Dio da ogni plaga del mondo guarda a Roma, pensa a Roma, tende con desiderio a Roma, Maestra della cattolica verità, centro dell'Unità, nutrice della pietà cristiana e della Paterna carità»[8].


9. - Questo plebiscito dei secoli inneggianti alla grandezza della Roma di Cristo non fu udito dal famoso poeta paganeggiante Giosuè Carducci, il quale nell'ode alle Fonti del Clitunno cantò di Roma:

«Più non trionfa, poi che un Galileo
di rosse chiome il Campidoglio ascese,
gittolle in braccio una sua croce, e disse:
Portala e servi».

    Il poeta pagano non aveva compreso, che Roma appunto perché fatta serva della croce di Cristo, era diventata signora ancor più grande, avendo conquistato un dominio più sublime ed augusto, ed esteso anche là, dove non erano giunte le aquile dei suoi legionari.
    Una manifestazione di questo sublime ed augusto dominio di Roma si può vedere anche in quelle migliaia di giovani, che da tutte le regioni della terra anche le più remote, affluiscono a Roma per frequentare le Università Pontificie, ove la lingua d'insegnamento è il latino, la lingua di Roma.
    Quando poi pregni di romanità tornano ai loro paesi, cantano giulivi la strofa goliardica:

«O Roma, nostris cordibus
versaberis dulcissima,
erisque semper ornnium
Parens Magistra Patria».

In italiano potrebbe tradursi:

«O Roma, la tua immagine
dolce sarà nei cuori,
tu rimarrai in perpetuo
Madre Maestra e Patria».

*****

[1] L.VEUILLOT, Le parfum de Rom (2 voll: 1861; 1867).
[2] C. DE FOUCAULD, Pensieri e massime.
[3] GOETHE, Diario, 13 Dicembre.
[4] «This the centre to which all gravitates. One finds no rest elsewhere than bere. There may be others cities that please us for a while, but Rome alone completely satisfies. It becomes to all a second native land by predilection, and not by accident of birth alone» (H.W. LONGFELLOW).
[5] G.MAZZINI, Op. Vol. IX. Ai giovani d'Italia, novembre 1859.
[6] PIO XI, Ubi arcano Dei - 23 dicembre 1922.
[7] «O Roma nobile - dell'Orbe culmine,
D'ogni città - eccellentissima,
Rossa del sangue - dei tuoi Martiri,
Bianca dei gigli - delle tue Vergini,
Salve, gridiamo - a te con giubilo,
Sii benedetta - salve nei secoli!».
[8] PIO XII, Allocutio Concistorialis: Vos hodie.


<  PRECEDENTE
INIZIO
SUCCESSIVO  >
HOME PAGE

Siti collegati al Movimento:
Sito ufficiale dell'associazione "Betania di Gianna Gelfusa" a servizio del Movimento Mariano Betania:
www.betaniadigiannagelfusa.org

Sito di approfondimenti teologici sulle Rivelazioni Private:
www.rivelazioniprivate.org
Sei sul sito www.movimentomarianobetania.org
All rights reserved - Tutti i diritti riservati ai rispettivi proprietari.
Movimento Mariano Betania(r) è un marchio registrato.

Per maggiori informazioni su questo sito vai alla pagina site-info.

"E' nello spirito del Movimento rifuggire da ogni deviazione, errore, arbitrarietà, che si distacca dagli insegnamenti del Magistero della Chiesa Cattolica.  Il Movimento Mariano Betania vuole essere e rimanere eminentemente ecclesiale."
(dai Volumi "Gesù e Maria agli uomini d'oggi - pag.7)

  • Home
  • SPIRITUALITA'
    • Parola di Dio
    • Figli miei
    • Disponibilità
    • Betania e Roma
    • L'Ora di Maria - Sintesi
    • Santo Comportamento
    • Preghiere
    • Apostoli di Maria
  • STORIA
    • IL MOVIMENTO MARIANO BETANIA
    • OMELIA ESEQUIE DI GIANNA
    • COME AVVENIVANO I MESSAGGI
    • MESSAGGI SUL MOVIMENTO >
      • Volume IV - Messaggio 33
      • Volume X - Messaggio 27
      • Volume XIII - Messaggio 80
  • IL MISTERO DI ROMA
    • Prefazione
    • Cap.I - Babele Religiosa
    • Cap.II - Appello all'unità
    • Cap.III - Opposizioni all'unità
    • Cap.IV - Costituzione dell'unità
    • Cap.V - Pietro eletto a capo dell'unità
    • Cap.VI - I continuatori dell'unità
    • Cap.VII - Gli elementi dell'unità
    • Cap.VIII - Roma eletta a centro dell'unità
    • Cap.IX - Roma centro eterno dell'unità
    • Cap.X - Vocazione di Roma a creare l'unità
    • Cap.XI - Le doti di Roma a formare l'unità
    • Cap.XII - L'unità del mondo nella Pax romana
    • Cap.XIII - Roma nell'Antico Testamento
    • Cap.XIV - Roma nel Nuovo Testamento
    • Cap.XV - Cristo alla conquista di Roma
    • Cap.XVI - L'unità romana nel cristianesimo primitivo
    • Cap.XVII - L'unità romana nel Medioevo
    • Cap.XVIII - L'unità romana nei tempi moderni
    • Cap.XIX - Roma ed il Papa
    • Cap.XX - La Romanità
    • Cap.XXI - Dalla breccia di Porta Pia ai Patti Lateranensi
    • Cap.XXII - Roma nel futuro
    • Cap.XXIII - I Papi italiani
    • Cap.XXIV - Il papato prodigio della storia
    • Cap.XXV - Le fratture dell'unità
    • Cap.XXVI - I dissidenti alla ricerca dell'unità
    • Cap.XXVII - L'urbe venera e vivi nella sua luce
  • ARTICOLI
    • Per una teologia delle Rivelazioni Private
    • LIBERTA' DEI LAICI DI ASSOCIARSI NELLA CHIESA
  • SOSTIENICI
  • CONTATTI