IL MISTERO DI ROMA
CAPO V
PIETRO A CAPO DELL'UNITA'
1. - È incredibile quanto gli avversari del Papato hanno escogitato per eludere il senso genuino di questo passo del Vangelo di S. Matteo. Perfino è stato asserito, che Gesù quando pronunziò le parole: «Sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa» pose la mano sul suo petto per indicare che la pietra era se stesso. Si deve dire che chi arrivò ad una tanta impensata scoperta fosse presente, quando Gesù parlava.
Altri hanno cercato di sbrigarsi del testo troppo scomodo, negandone l'autenticità, affermando che esso sia stato interpolato tra le righe del Vangelo nei secoli posteriori per accreditare il primato papale. Ma anche questa negazione delle parole di Cristo a Pietro è caduta nel vuoto di fronte alle prove inoppugnabili della loro reale autenticità.
2. - Ma Gesù non si limitò alle dichiarazioni sopra riportate, altre ne aggiunse in seguito, che confermavano il senso delle parole dette a Pietro.
Durante l'ultima cena Gesù disse agli apostoli: «Tutti voi vi scandalizzerete in questa notte per causa mia». Ma Pietro con la sua innata ardita foga disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno per causa tua, io mai mi scandalizzerò». E Gesù gli rispose: «In verità ti dico, in questa notte prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte» (Mt 26,31ss).
E poi soggiunse: «Simone, Simone, ecco che Satana va attorno a voi per vagliarvi come il grano, ma lo ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede; e tu una volta convertito conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31).
Qui Gesù annunzia a tutti gli apostoli la grave tentazione di scoraggiamento e di diffidenza, da cui saranno prostrati allo spettacolo della sua imminente passione e morte. Ma poi lasciando il plurale si rivolge al solo Pietro per dirgli, che Egli ha pregato particolarmente per lui, perché rialzatosi per primo dalla caduta, a sua volta richiami alla fede ed alla fiducia i suoi fratelli smarriti.
Con queste parole Gesù riconferma la missione di Pietro di essere la pietra fondamentale che deve sostenere e dirigere tutti i membri della Chiesa, a qualunque grado appartengano, anche gli apostoli suoi colleghi, dei quali Cristo lo ha costituito capo e guida.
Come Gesù ha fondato la Chiesa sopra una sola pietra, così ha pregato per la fede salda d'uno solo, affinché questo solo la confermi nei suoi fratelli.
3. - La mattina della risurrezione Gesù, apparendo alla Maddalena ed alle altre pie donne, le mandò annunziatrici agli apostoli della sua risurrezione. Ma questi persuasi del fallimento dell'opera di Gesù, increduli e sfiduciati trattarono le donne da deliranti sognatrici. (cfr. Lc 24,9-11)
In quello stesso giorno Gesù apparve a Pietro (cfr. Lc 24,33 e 1Cor 15,5).
Nulla sappiamo come si svolse quel primo incontro tra il Maestro risorto e Pietro, che tre giorni prima lo aveva rinnegato. Ma certamente ci fu da parte di Pietro un nuovo pianto di dolore, e nuovo slancio di amore; e da parte di Gesù un gesto ed una parola di benignità e di rinnovata fiducia in chi aveva costituito capo della sua Chiesa, dandogli l'incarico di rialzare e confermare gli animi abbattuti dei suoi compagni. Infatti questi, che non avevano dato credenza alle donne, alla parola di Pietro sentirono rinascere la fede e la fiducia; sicché quando la sera di quel giorno i due discepoli di Emmaus si presentarono nel cenacolo dove erano raccolti gli apostoli, per annunziare il grande incontro, che avevano avuto per via con Gesù risorto, prima che potessero proferir parola, gli apostoli pieni di entusiasmo li investirono dicendo: «Il Signore è realmente risorto, è apparso a Pietro» (Lc 24,33). Così Pietro adempiva l'incarico avuto da. Gesù, che gli aveva detto: «Quando sarai convertito conferma i tuoi fratelli»
4. - Gesù stava per abbandonare la terra e tornarsene al Cielo. Pietro come designato suo Vicario doveva prenderne il posto, e mettersi a Capo della Chiesa. Quando Gesù lo designò pietra fondamentale della sua Chiesa, parlava in futuro, era una promessa. Ora era giunto il momento d'investire Pietro dei poteri promessi.
Questa investitura fu fatta in una cornice di deliziosa dimestichezza, su le sponde familiari del lago di Genezaret, illuminate dai raggi del sole nascente (cfr. Gv 21).
Pietro, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Bartolomeo e due altri discepoli non nominati dall'evangelista Giovanni, che narra il fatto, montati su d'una barca avevano pescato tutta la notte senza prender nulla. Stanchi ed avviliti vogavano verso terra, quando un uomo apparve su la riva. Era Gesù; ma non si fece riconoscere. Domandò loro: Ragazzi, avete del pesce? Ed essi, pensando che fosse uno dei soliti acquirenti, risposero seccamente un no, che tradiva il loro cruccio per una nottata faticata invano. Allora Gesù disse loro: Gettate la rete a destra, e ne troverete. Soggiogati da quella voce, calarono la rete, che presto si riempì di tanti pesci, che non riuscivano a tirarla su. Allora il discepolo prediletto, Giovanni, per primo riconobbe Gesù, e disse a Pietro: «È il Signore!». Pietro con la solita foga, parendogli troppo lenta la barca, si gettò in acqua ed a nuoto raggiunse la riva. Dopo arrivò la barca con gli altri, che trascinavano la rete coi pesci. Scesi tutti a terra pieni di riverente e gioioso stupor e guardavano il Divino Maestro incapaci di proferir parola.
Ma per terra vicino a Gesù videro della brace, e sopra del pesce. Gesù ruppe il silenzio dicendo: Portate qui dei pesci che avete preso ora. Pietro tirò a terra la rete e contò 153 grossi pesci; e malgrado tanto peso la rete non si era strappata. Quando tutto fu pronto, Gesù disse: Venite, fate colazione, e Lui stesso con le sue mani forate, distribuì loro pane e pesce. Quanta deliziosa e delicata bontà di Gesù, che aveva pensato a far trovare pronta la refezione per i suoi stanchi ed affamati discepoli!
5. - Dopo che si furono rifocillati, quando si era creata quell'atmosfera di intima familiarità, che facilmente sorge durante un pasto in comune, Gesù si rivolge a Pietro, e lo interpella con una domanda inaspettata e sconcertante: «Simone figlio di Giona, mi ami tu più di questi?». E Gesù si riferiva ai compagni presenti. Pietro umilmente risponde: «Sì, Signore, tu sai che ti amo». In quell' istante gli tornò forse in mente la spavalda protesta, che aveva fatto la sera dell'ultima cena, quando disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno per causa tua, io non mi scandalizzerò giammai». Questa volta non si pone al di sopra dei compagni nel protestare il suo amore. E Gesù con divina autorità gli dice: «Pasci i miei agnelli». Poi per la seconda volta Gesù lo interpella: «Simone figlio di Giona mi ami tu?» E Pietro risponde nuovamente: «Sì, Signore, tu sai che ti amo». Quel, tu sai, ripetuto da Pietro voleva quasi dire: Perché me lo domandi, mentre già tu sai che io ti amo? È sempre Pietro ardito; egli è così sicuro del suo amore, malgrado il suo passato, che se ne appella alla conoscenza, che il suo divino Maestro doveva averne. A questa seconda protesta di amore di Pietro, Gesù risponde: «Pasci le mie pecorelle.»
Ma ancora per una terza volta Gesù gli domanda: «Simone di Giona mi ami tu?». Pietro si rattristò, perché per la terza volta Gesù gli chiedeva se lo amasse, e però con umile confidenza rispose ancora: «Signore, tu sai tutto, tu conosci che ti voglio bene». E Gesù gli ripete: «Pasci le mie pecorelle».
6. - Quale scena commovente! La triplice domanda di Gesù era una delicata maniera di dare a Pietro un'occasione di compensare con una triplice umile protesta di amore il triplice rinnegamento, che per debolezza aveva commesso nell'ora delle tenebre.
Ma per un altro grande motivo la triplice domanda di Gesù si ricollegava al passato. Pietro era stato designato come la roccia su la quale Gesù voleva fondare la sua Chiesa; a lui era stata annunziata la consegna delle chiavi del regno dei cieli; a lui era stata promessa la piena e suprema potestà di sciogliere e legare. Ed ora che Gesù stava per abbandonare la terra, mette Pietro in possesso dell'ufficio, che gli era stato promesso.
Dicendogli: «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle», gli consegnava tutto il suo gregge da custodire, dirigere, governare. Gesù è il Signore, il Padrone del gregge, il gregge rimane suo: i miei agnelli, le mie pecorelle. Finché visse la sua vita mortale, fu Lui il Buon Pastore che custodì e diresse il suo gregge, fu il Buon Pastore che diede la vita per le sue pecorelle. Ma ora che tornava al Cielo, consegnava a Pietro come a Pastore Vicario il suo gregge. Ma ha voluto da lui una solenne protesta d'amore tre volte ripetuta, prima di consegnargli i suoi agnelli e le sue pecorelle, per ricordargli che questo ufficio doveva essere una cura d'amore, un riflesso di quell'amore che aveva per tre volte protestato di nutrire per Lui.
Gesù Pastore supremo diede realmente su la croce la vita per le sue pecorelle. Ma lo. stesso sacrificio doveva compiere anche questo suo primo Pastore Vicario. Infatti Gesù dopo la consegna del gregge soggiunse: «In verità, in verità ti dico, quando eri giovane, ti cingevi da te stesso, e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani, ed un altro ti stringerà, e ti condurrà dove tu non vorresti» (Gv 21,18).
Quando l'Evangelista riportava queste parole di Gesù, già da alcuni anni Pietro aveva finito la vita, crocifisso sul colle Vaticano; e perciò l'evangelista commenta: «Gesù disse questo per indicare con quale morte Pietro avrebbe glorificato Dio». Perciò Gesù concluse il suo dialogo dicendo a Pietro: «Seguimi!». Seguimi su la via dell'amore, e su la via della morte.
Altri hanno cercato di sbrigarsi del testo troppo scomodo, negandone l'autenticità, affermando che esso sia stato interpolato tra le righe del Vangelo nei secoli posteriori per accreditare il primato papale. Ma anche questa negazione delle parole di Cristo a Pietro è caduta nel vuoto di fronte alle prove inoppugnabili della loro reale autenticità.
2. - Ma Gesù non si limitò alle dichiarazioni sopra riportate, altre ne aggiunse in seguito, che confermavano il senso delle parole dette a Pietro.
Durante l'ultima cena Gesù disse agli apostoli: «Tutti voi vi scandalizzerete in questa notte per causa mia». Ma Pietro con la sua innata ardita foga disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno per causa tua, io mai mi scandalizzerò». E Gesù gli rispose: «In verità ti dico, in questa notte prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte» (Mt 26,31ss).
E poi soggiunse: «Simone, Simone, ecco che Satana va attorno a voi per vagliarvi come il grano, ma lo ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede; e tu una volta convertito conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31).
Qui Gesù annunzia a tutti gli apostoli la grave tentazione di scoraggiamento e di diffidenza, da cui saranno prostrati allo spettacolo della sua imminente passione e morte. Ma poi lasciando il plurale si rivolge al solo Pietro per dirgli, che Egli ha pregato particolarmente per lui, perché rialzatosi per primo dalla caduta, a sua volta richiami alla fede ed alla fiducia i suoi fratelli smarriti.
Con queste parole Gesù riconferma la missione di Pietro di essere la pietra fondamentale che deve sostenere e dirigere tutti i membri della Chiesa, a qualunque grado appartengano, anche gli apostoli suoi colleghi, dei quali Cristo lo ha costituito capo e guida.
Come Gesù ha fondato la Chiesa sopra una sola pietra, così ha pregato per la fede salda d'uno solo, affinché questo solo la confermi nei suoi fratelli.
3. - La mattina della risurrezione Gesù, apparendo alla Maddalena ed alle altre pie donne, le mandò annunziatrici agli apostoli della sua risurrezione. Ma questi persuasi del fallimento dell'opera di Gesù, increduli e sfiduciati trattarono le donne da deliranti sognatrici. (cfr. Lc 24,9-11)
In quello stesso giorno Gesù apparve a Pietro (cfr. Lc 24,33 e 1Cor 15,5).
Nulla sappiamo come si svolse quel primo incontro tra il Maestro risorto e Pietro, che tre giorni prima lo aveva rinnegato. Ma certamente ci fu da parte di Pietro un nuovo pianto di dolore, e nuovo slancio di amore; e da parte di Gesù un gesto ed una parola di benignità e di rinnovata fiducia in chi aveva costituito capo della sua Chiesa, dandogli l'incarico di rialzare e confermare gli animi abbattuti dei suoi compagni. Infatti questi, che non avevano dato credenza alle donne, alla parola di Pietro sentirono rinascere la fede e la fiducia; sicché quando la sera di quel giorno i due discepoli di Emmaus si presentarono nel cenacolo dove erano raccolti gli apostoli, per annunziare il grande incontro, che avevano avuto per via con Gesù risorto, prima che potessero proferir parola, gli apostoli pieni di entusiasmo li investirono dicendo: «Il Signore è realmente risorto, è apparso a Pietro» (Lc 24,33). Così Pietro adempiva l'incarico avuto da. Gesù, che gli aveva detto: «Quando sarai convertito conferma i tuoi fratelli»
4. - Gesù stava per abbandonare la terra e tornarsene al Cielo. Pietro come designato suo Vicario doveva prenderne il posto, e mettersi a Capo della Chiesa. Quando Gesù lo designò pietra fondamentale della sua Chiesa, parlava in futuro, era una promessa. Ora era giunto il momento d'investire Pietro dei poteri promessi.
Questa investitura fu fatta in una cornice di deliziosa dimestichezza, su le sponde familiari del lago di Genezaret, illuminate dai raggi del sole nascente (cfr. Gv 21).
Pietro, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Bartolomeo e due altri discepoli non nominati dall'evangelista Giovanni, che narra il fatto, montati su d'una barca avevano pescato tutta la notte senza prender nulla. Stanchi ed avviliti vogavano verso terra, quando un uomo apparve su la riva. Era Gesù; ma non si fece riconoscere. Domandò loro: Ragazzi, avete del pesce? Ed essi, pensando che fosse uno dei soliti acquirenti, risposero seccamente un no, che tradiva il loro cruccio per una nottata faticata invano. Allora Gesù disse loro: Gettate la rete a destra, e ne troverete. Soggiogati da quella voce, calarono la rete, che presto si riempì di tanti pesci, che non riuscivano a tirarla su. Allora il discepolo prediletto, Giovanni, per primo riconobbe Gesù, e disse a Pietro: «È il Signore!». Pietro con la solita foga, parendogli troppo lenta la barca, si gettò in acqua ed a nuoto raggiunse la riva. Dopo arrivò la barca con gli altri, che trascinavano la rete coi pesci. Scesi tutti a terra pieni di riverente e gioioso stupor e guardavano il Divino Maestro incapaci di proferir parola.
Ma per terra vicino a Gesù videro della brace, e sopra del pesce. Gesù ruppe il silenzio dicendo: Portate qui dei pesci che avete preso ora. Pietro tirò a terra la rete e contò 153 grossi pesci; e malgrado tanto peso la rete non si era strappata. Quando tutto fu pronto, Gesù disse: Venite, fate colazione, e Lui stesso con le sue mani forate, distribuì loro pane e pesce. Quanta deliziosa e delicata bontà di Gesù, che aveva pensato a far trovare pronta la refezione per i suoi stanchi ed affamati discepoli!
5. - Dopo che si furono rifocillati, quando si era creata quell'atmosfera di intima familiarità, che facilmente sorge durante un pasto in comune, Gesù si rivolge a Pietro, e lo interpella con una domanda inaspettata e sconcertante: «Simone figlio di Giona, mi ami tu più di questi?». E Gesù si riferiva ai compagni presenti. Pietro umilmente risponde: «Sì, Signore, tu sai che ti amo». In quell' istante gli tornò forse in mente la spavalda protesta, che aveva fatto la sera dell'ultima cena, quando disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno per causa tua, io non mi scandalizzerò giammai». Questa volta non si pone al di sopra dei compagni nel protestare il suo amore. E Gesù con divina autorità gli dice: «Pasci i miei agnelli». Poi per la seconda volta Gesù lo interpella: «Simone figlio di Giona mi ami tu?» E Pietro risponde nuovamente: «Sì, Signore, tu sai che ti amo». Quel, tu sai, ripetuto da Pietro voleva quasi dire: Perché me lo domandi, mentre già tu sai che io ti amo? È sempre Pietro ardito; egli è così sicuro del suo amore, malgrado il suo passato, che se ne appella alla conoscenza, che il suo divino Maestro doveva averne. A questa seconda protesta di amore di Pietro, Gesù risponde: «Pasci le mie pecorelle.»
Ma ancora per una terza volta Gesù gli domanda: «Simone di Giona mi ami tu?». Pietro si rattristò, perché per la terza volta Gesù gli chiedeva se lo amasse, e però con umile confidenza rispose ancora: «Signore, tu sai tutto, tu conosci che ti voglio bene». E Gesù gli ripete: «Pasci le mie pecorelle».
6. - Quale scena commovente! La triplice domanda di Gesù era una delicata maniera di dare a Pietro un'occasione di compensare con una triplice umile protesta di amore il triplice rinnegamento, che per debolezza aveva commesso nell'ora delle tenebre.
Ma per un altro grande motivo la triplice domanda di Gesù si ricollegava al passato. Pietro era stato designato come la roccia su la quale Gesù voleva fondare la sua Chiesa; a lui era stata annunziata la consegna delle chiavi del regno dei cieli; a lui era stata promessa la piena e suprema potestà di sciogliere e legare. Ed ora che Gesù stava per abbandonare la terra, mette Pietro in possesso dell'ufficio, che gli era stato promesso.
Dicendogli: «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle», gli consegnava tutto il suo gregge da custodire, dirigere, governare. Gesù è il Signore, il Padrone del gregge, il gregge rimane suo: i miei agnelli, le mie pecorelle. Finché visse la sua vita mortale, fu Lui il Buon Pastore che custodì e diresse il suo gregge, fu il Buon Pastore che diede la vita per le sue pecorelle. Ma ora che tornava al Cielo, consegnava a Pietro come a Pastore Vicario il suo gregge. Ma ha voluto da lui una solenne protesta d'amore tre volte ripetuta, prima di consegnargli i suoi agnelli e le sue pecorelle, per ricordargli che questo ufficio doveva essere una cura d'amore, un riflesso di quell'amore che aveva per tre volte protestato di nutrire per Lui.
Gesù Pastore supremo diede realmente su la croce la vita per le sue pecorelle. Ma lo. stesso sacrificio doveva compiere anche questo suo primo Pastore Vicario. Infatti Gesù dopo la consegna del gregge soggiunse: «In verità, in verità ti dico, quando eri giovane, ti cingevi da te stesso, e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani, ed un altro ti stringerà, e ti condurrà dove tu non vorresti» (Gv 21,18).
Quando l'Evangelista riportava queste parole di Gesù, già da alcuni anni Pietro aveva finito la vita, crocifisso sul colle Vaticano; e perciò l'evangelista commenta: «Gesù disse questo per indicare con quale morte Pietro avrebbe glorificato Dio». Perciò Gesù concluse il suo dialogo dicendo a Pietro: «Seguimi!». Seguimi su la via dell'amore, e su la via della morte.